Biblioteca Multimediale Marxista
Il giorno 6-5-1975 alle ore 22,45 un gruppo di compagni ha fatto prigioniero Giuseppe Di Gennaro, consigliere di Cassazione, direttore dell’ufficio X della direzione degli Istituti di Prevenzione e di Pena del Ministero di Grazia e Giustizia, organizzatore e direttore del Centro elettronico di calcolo dell’amministrazione penitenziaria, strumento del potere per la schedatura ed il controllo sempre più efficiente di ogni singolo detenuto.
Da 10 anni al servizio della repressione di Stato in funzione antiproletaria, Di Gennaro svolge un ruolo di copertura al quotidiano massacro che il potere perpetua all’interno delle sue carceri contro i proletari, affiancando il paternalismo più schifoso all’aperta attività di coordinamento di tecnici e teorici del perpetuamento e rafforzamento efficentista delle strutture carcerarie a livello nazionale ed a livello internazionale, quasi sempre con l’appoggio e la copertura dell’U.N.S.D.R.I (Istituto di ricerca delle Nazioni Unite per la Difesa Sociale).
Tutto questo è stato confermato dagli interrogatori cui è sottoposto. Il sequestro di Di Gennaro rappresenta un momento di forza per il proletariato detenuto ed ha permesso ad un gruppo di compagni reclusi all’interno del carcere di Viterbo di attuare un’azione armata che attualmente, alle ore 23 del giorno 9-5-1975, vede questi compagni barricati con degli ostaggi. La libertà provvisoria del fedele servo Di Gennaro è strettamente legata all’incolumità fisica dei compagni, e all’accoglimento di tutte le loro richieste. Il potere si è immediatamente scatenato: alle ore 22,50 da Roma è partita una compagnia di 75 uomini con una fotoelettrica comandata dal capitano Muzi della PS.
Queste iniziative compromettono seriamente la salvezza di Di Gennaro.
Lotta armata per il comunismo, creare e organizzare 10, 100, 1000 Nuclei Armati Proletari.
Roma, maggio 1975.
Pubblicato in progetto memoria, Le parole scritte, Sensibili alle foglie, Roma 1996, pp. 235-236.